Author: Manuela La Ferla

Ri leggere

Ogni volta che vado a camminare, faccio il gioco del se. Un amico autore sostiene che bisognerebbe fare viceversa il gioco dei nonostante. Però io mi domando sempre cosa farei se. E ogni volta mi rispondo che se potessi, se avessi, se fossi… io leggerei. Lego legis legi lectum leggere, il latino ci ricorda che leggere vuol dire ascoltare, mettersi in ascolto, e anche delegare. A me piace pensare: delegare ad altri il presente, affidarti a storie che non ti appartengono, ma in qualche strano modo ti pertengono. Per leggere ci vuole molta più concentrazione che per scrivere, e purtroppo in Italia tutti scrivono e pochi leggono. Che poi su cosa leggano ci sarebbe da disquisire. Mio figlio sostiene che io sia una “razzista culturale”, può darsi abbia ragione, più della metà dei libri che arrivano sui banchi delle librerie io non li avrei mai neanche pubblicati, figurarsi leggerli. Leggere per me è come un respiro, un respiro non mio in cui entrare. Mondi sconosciuti e vite non tue che diventano più vere della realtà, …

L’appartenenza

A volte mi restano in mente delle parole e non vanno più via. Questa non mi ricordo neanche da dove è arrivata. Forse un’immagine estiva, davanti all’Etna sotto cui nacqui. O forse il sentimento del suo contrario, nel non sentirmi più legata a nulla dei luoghi della mia infanzia, alle memorie sospese, cui non appartengo ormai da quarantuno anni, che sono davvero tanti. L’appartenenza. Mi chiedo se è come una malattia che ritorna. Quando pensi di essertene liberata per sempre e poi riaccade, come nulla fosse, come fosse sempre rimasta lì segretamente. L’appartenenza è anche bella, se la scegli tu, se è una tua scelta intendo. Come quando, dopo l’estate, son tornata nella mia Firenze e avrei baciato ogni balcone, ogni squarcio sul Lungarno, abbracciato ogni cadenza aspirata, ogni sguardo rospino ed educato, ogni fiorentino, ogni bottega d’Oltrarno, ogni scalpellino. L’appartenenza non c’entra con il sangue o con la nascita. C’entra con l’amore. Altrimenti non saprei, come so, di appartenere in toto a mio figlio che è nato dal mio cuore. Appartenere a ogni suo …

Una Donna Moderna

Da qualche giorno sono una Donna Moderna. Dovrei zampettare felice con scudo totale ormai inoculato, stupita da chi lo rifiuta, l’elisir per continuare a vivere, felice di averlo. Ecco, ci sono quasi, come il primo uomo sulla Luna, poggio il piede, avanzo, non sento più la gravità, ma che bellezza! Oppure no? E che sarà mai questa voglia di tornarmene sull’Apollo 11? La verità è che non mi ci ritrovo in questa umanità di gente festosa che sembra impazzita per poter di nuovo prendere un aperitivo insieme, stare addossata in metropolitana, fotografarsi con davanti piattoni succulenti al ristorante. Non mi ritrovo in questa voglia di vecchio spacciato per nuovo, come se questi mesi non fossero passati, come se tutto questo fosse stato niente. Ma davvero vogliamo tornare a prima? Il Pianeta non ci ha raccontato nulla? Vogliamo continuare a concentrarci sul nostro orticello? Clima, fame nel mondo, spreco alimentare, allevamenti intensivi, cosa saranno mai costoro? Sarà la sindrome della Caverna, non quella di Platone, ma quella che avrebbe dovuto colpire i più giovani, che invece …

Dalla parte del testo

Perché dovresti aver bisogno di un editor? Sai già cosa vuoi scrivere e come. Perché rivolgersi a un professionista se gli editori hanno – o dovrebbero avere – i loro editor dedicati? Ho lavorato per decenni in alcune tra le maggiori Case editrici italiane, imparando questo mestiere dall’interno. Ma gli editori hanno sempre meno tempo da dedicare agli autori e ai loro testi. Per capire cosa serve a uno scrittore serve sensibilità, esperienza e conoscenza. Bisogna saper stare dalla parte del testo e riportare l’attenzione alla scrittura. Ecco perché di Casa dell’autore® ce n’è una sola e siamo noi.

E

E allora scrivo e chiedo scusa a chi sa farlo molto meglio di me. Scrivo per appuntare a matita le cose che ho imparato. Quello che ho capito e quello che ho accettato in un lasso di tempo che se non fosse vero sembrerebbe inventato. Scrivo perché non conosco altro modo di nominare le cose, dar corpo ai pensieri, disegnare un desidero. E il mio desiderio è assai piccino e gigantesco insieme. È un desiderio per ogni adolescente, di ogni Luogo o Continente, perché possa ricominciare a vivere, a incontrarsi, a crescere, a stupirsi e a innamorarsi. Li stiamo indebitando a vita e gli impediamo (anche) di andare a Scuola. Basta fermo immagine, basta dissolvenze, i ragazzi devono poter tornare a stare insieme, sbagliare, provare. Devono poter vivere liberamente. E mentre fuori piove e arrivano i Vaccini, mentre i miei Autori scrivono e io leggo, mentre mio figlio fa i compiti e io lavoro da casa, mentre il mondo è in attesa e siamo tutti fermi al semaforo cromatico, mentre mi sento in colpa con …

Buone notizie

Abbiamo bisogno di buone notizie. Abbiamo un grande bisogno di comunicazioni leggere, veloci, mirate, sensate. Ci sarebbe bisogno di Teatro ovunque , se è vero che da Aristofane in poi è quello il Luogo dove sussurrare all’orecchio dello spettatore per invitare a pensare, capire, (intra)vedere punti di vista diversi. Però i Teatri li hanno chiusi, di nuovo, e sull’Editoria preferisco sorvolare, perché se c’era un “insegnamento pandemico” da trarre era quello di ricominciare a pubblicare meno e meglio. E comunque. Siamo in overdose da bollettini medici, chiacchere da salotto giornalistico, pareri di esperti, opinioni via social, e via discorrendo. Ma “noi” che non produciamo mascherine, non siamo in corsia, noi possiamo solo lavarci le mani e star distanti, dunque? Oppure possiamo provare a pensare e far pensare? Avete letto il libro di Alessandro Baricco, Quel che stavamo cercando ? Un testo in veste meravigliosamente snella e digitale: https://libroprivato.it/ Fatelo girare, per favore. Aiuta a innalzare lo sguardo, guardare da sopra le cime degli alberi. Ridare sacralità alla parola, centralità al pensiero e all’immaginazione. «Dove non …

Ho

Ho capito molte cose restando ferma Ho capito cosa ho Ho smesso di desiderare cosa non ho Dovrebbe valere anche per la scrittura Fare progetti realizzabili, auspicabili non fingere di essere quel che non si è Mi è capitato molte volte di sentirmi dire: vorrei scrivere un giallo… perché li leggo tutti, sa? vorrei scrivere un romanzo di viaggi … perché mi piace viaggiare, vorrei scrivere … ma non l’ ho mai fatto. Ho sempre detto di no Perché la scrittura la puoi anche nascondere la puoi forse mimetizzare tra le pieghe di un’altra penna ma non te la puoi inventare Sarà per questo che sono sempre stata contraria alla scrittura creativa, so bene che a molti piace scrivere, di sé soprattutto, alcuni mi cercano e tutti, ma proprio tutti, pensano di essere unici ho questa vita qua, ho voglia di raccontare questa cosa qui, ho capito che se scrivo… Ho sempre detto di no perché non si tratta di desiderare, si tratta di talento, di suono, musicalità La scrittura va rispettata, ma solo se …

Un due tre Stella

È accaduto all’improvviso, qualcuno ha detto: «Un due tre Stella», non so chi è che si è voltato e ci ha abbracciato tutti con lo sguardo. So che noi tutti, nel mentre accadeva, non ci siamo visti, è stato un naufragio senza spettatore, ma ci siamo fermati tutti in un istante. Immobili.

Lettere da un altro mondo

Mentre stavo pensando a cosa pubblicare sul mio picciol blog per Natale, ho ricevuto questa bella lettera di Gherardo Gambelli, un  sacerdote mio amico che da Firenze è volato in Africa più di nove anni fa. Da tempo sta lavorando a un progetto di costruzione di una Scuola a Mongo dove ora risiede stabilmente. Il Ciad è al 183° posto su 187 Paesi per l’indice di sviluppo umano e l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. In particolare, si tratta di  una zona del Ciad con più del 90% di popolazione musulmana e proprio quest’estate Gherardo ci ha raccontato come – paradossalmente – tutto ciò che a noi appare lontano e divisivo, lì diventi motore di accoglienza e confronto se è vero, come è vero, che i bambini musulmani e cristiani studieranno insieme.   Non c’è molto altro da aggiungere, credo. Buona lettura, se la leggerete. Auguri per un 2020 di Pace. Mongo, 18 dicembre 2019 Carissimi/e, Rientrando dalle vacanze in Italia, mi sono fermato per qualche giorno a N’Djamena per salutare …

Una questione di stile

Regina degli uffici stampa, grande nuotatrice (e amica), vorrei poter dire subito che questa non è una recensione e che personalmente devo molto a Valentina Fortichiari, in primis la felicità che mi ha sempre regalato avere la sua stima. Quando arrivai in Longanesi conoscevo già Valentina perché scrivendo un po’ sui giornali, la Fortichiari era il riferimento princeps per i contatti con autori ed editori. Correva voce che non fosse facile andare d’accordo con lei in qualità di editor delle case editrici che magistralmente rappresentava. Quindi sì, confesso che un po’ la temevo.  Invece, come accade tra persone che si riconoscono e rispettano, avvenne il miracolo (per me). Forse fu solo onesta e sincera, reciproca simpatia. Non so, posso solo dire che ho imparato tantissimo standole a fianco. L’ho vista sempre defilata in occasioni pubbliche che aveva peraltro organizzato in modo perfetto, mai seduta nelle prime file durante le presentazioni, sempre attenta a un milione di particolari, compresi i gusti alimentari e le non poche idiosincrasie degli autori da portare in giro per l’Italia in …