All posts filed under: Il posto delle fragole

Opinioni personali, pensieri e parole in ordine sparso.

Un due tre Stella

È accaduto all’improvviso, qualcuno ha detto: «Un due tre Stella», non so chi è che si è voltato e ci ha abbracciato tutti con lo sguardo. So che noi tutti, nel mentre accadeva, non ci siamo visti, è stato un naufragio senza spettatore, ma ci siamo fermati tutti in un istante. Immobili.

Lettere da un altro mondo

Mentre stavo pensando a cosa pubblicare sul mio picciol blog per Natale, ho ricevuto questa bella lettera di Gherardo Gambelli, un  sacerdote mio amico che da Firenze è volato in Africa più di nove anni fa. Da tempo sta lavorando a un progetto di costruzione di una Scuola a Mongo dove ora risiede stabilmente. Il Ciad è al 183° posto su 187 Paesi per l’indice di sviluppo umano e l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. In particolare, si tratta di  una zona del Ciad con più del 90% di popolazione musulmana e proprio quest’estate Gherardo ci ha raccontato come – paradossalmente – tutto ciò che a noi appare lontano e divisivo, lì diventi motore di accoglienza e confronto se è vero, come è vero, che i bambini musulmani e cristiani studieranno insieme.   Non c’è molto altro da aggiungere, credo. Buona lettura, se la leggerete. Auguri per un 2020 di Pace. Mongo, 18 dicembre 2019 Carissimi/e, Rientrando dalle vacanze in Italia, mi sono fermato per qualche giorno a N’Djamena per salutare …

Una questione di stile

Regina degli uffici stampa, grande nuotatrice (e amica), vorrei poter dire subito che questa non è una recensione e che personalmente devo molto a Valentina Fortichiari, in primis la felicità che mi ha sempre regalato avere la sua stima. Quando arrivai in Longanesi conoscevo già Valentina perché scrivendo un po’ sui giornali, la Fortichiari era il riferimento princeps per i contatti con autori ed editori. Correva voce che non fosse facile andare d’accordo con lei in qualità di editor delle case editrici che magistralmente rappresentava. Quindi sì, confesso che un po’ la temevo.  Invece, come accade tra persone che si riconoscono e rispettano, avvenne il miracolo (per me). Forse fu solo onesta e sincera, reciproca simpatia. Non so, posso solo dire che ho imparato tantissimo standole a fianco. L’ho vista sempre defilata in occasioni pubbliche che aveva peraltro organizzato in modo perfetto, mai seduta nelle prime file durante le presentazioni, sempre attenta a un milione di particolari, compresi i gusti alimentari e le non poche idiosincrasie degli autori da portare in giro per l’Italia in …

Editor, editore

«Quante cose succedono nelle bozze» Il brano qui riportato è apparso nella prima pubblicazione non in distribuzione (Gratis et Amore avrebbe scritto Formiggini) di un nuovo Editore: Acquario che sono particolarmente felice di presentare al mio piccolo pubblico di lettori. Il volumetto, denso di contenuti incentrati tutti sull’Editoria e sull’errore, il gioco, la “svista”, gode di un’eccezionale curatela editoriale/tipografica come non era dato di incontrare più da tempo. Disegnato con eleganza dalla grafica Paola Lenarduzzi, sorvegliato da Roberto Carretta è: Banda Larga, Acquario, Acquario, Torino, 2019. Nello stesso compaiono – tra gli altri – brevi e illuminanti saggi di: Stefano Bartezzaghi, Marco Belpoliti, Edoardo Camurri, Giulia Vola e Francesco M. Cataluccio. Il contest, per usare un termine quantomai appropriato in questo caso, ha anche una sua doppia faccia musicale, alias un Soundtrack Acquario dove troverete in primis la coppia Lennon – McCartney, poi G. Harrison, Bob Dylan, The Beatles e i Pink Floyd, in omaggio agli inventori di nuovi mondi e con l’invito esplicito ad «assumersi un rischio, ad allargare lo sguardo». Un disegno inedito di …

L’ordine dei libri

In una recente lezione a Fenysia, Scuola di Linguaggi di Firenze ideata da Alba Donati, il Presidente del Centro per il Libro e la Lettura Romano Montroni – un Maestro – ha ricordato agli allievi del Corso di Editoria e Comunicazione che nelle Librerie italiane l’ordine dei libri in esposizione per Autore, è storia recente. Fino al 2003 vigeva – e ancora vige nelle piccole Librerie indipendenti – una disposizione interna per Editore. Senza entrare troppo nel merito, vorrei approfittarne per una piccola riflessione. Ho notato che i cosidetti Millennial e ancor più i loro fratelli più giovani, quando scelgono un libro non hanno alcuna fidelizzazione per Editore, un punto di vista preciso che ha viceversa contraddistinto intere generazioni prima di loro. Per chi frequentava l’Università negli anni Ottanta e Novanta era assolutamente naturale cercare libri che appartenessero “fisicamente” a una Casa editrice piuttosto che a un’altra. Lo so che oggi sembrano storie antiche e in qualche modo lo sono, ma è (anche) così che si sceglievano i libri. Erano tempi senza social, senza mail, senza altri rumori che quelli amati delle parole lette, recitate …

Per Giovanni Falcone

Caro Giovanni Falcone, Sono le 17,48 del 23 maggio. 26 anni fa ero come tanti al Salone del libro di Torino, quando accadde. Capaci è ormai per tutti noi il luogo della strage in cui tu, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta (tranne Giuseppe Costanza che si salvò), perdeste la vita. Al tempo ignoravo perfino che esistesse, Capaci. Ignoravo molto altro del resto e a girarsi indietro, oggi, sembra siano passati molti più anni da allora. Anche noi che in Sicilia ci eravamo nati, anzi forse soprattutto noi, vivevamo come se la Mafia non ci appartenesse, non fosse un problema nostro intendo. Ricordo i primi cortei con i lenzuoli bianchi, i ragazzi di ieri che eravamo noi, sfilare in silenzio, ricordo lo sdegno che fece l’Italia unita come non mai, il dolore raddoppiato e indicibile per Borsellino e gli uomini della sua scorta, il 19 luglio dello stesso anno. Mi chiusi in Biblioteca Nazionale a Firenze quell’estate. Per una strana deformazione professionale sono sempre stata abituata a partire dalle carte, dai libri. Fu come entrare in un oceano, facevo continuamente i conti con …

Sono solo libri

«Sono andata in uno di quei supermarket della carta stampata: ci sono immagini luminose in video, tipo. “Se compri una cosa ti diamo anche un libro”». Io ho detto al commesso: «Cerco E. E. Cummings». Quello ha detto, «Fai da te, seconda fila a sinistra». E io ho detto, «Ma voialtri vendete ancora libri, o cosa?» Due battute appena. Dentro tutta l’annosa questione del vender libri, oggi. Eccola la forza del teatro. Eliminate del tutto le pause narrative, ridotte le descrizioni, abolito il narratore, restano solo i personaggi e le loro parole. È il caso di un diamantino testo teatrale che mi è ricapitato tra le mani da poco, scritto da Jon Robin Baittz, e tradotto diversi anni fa per Sellerio da M. D’Amico, un Maestro che veleggia ormai verso i 90. Ne parlo qui, perché credo che dovremmo tutti finirla di usare i testi come vestiti dell’ultima collezione. Il gioco è sempre quello di citare unicamente quelli appena usciti, possibilmente anche in classifica o comunque di amici o amici degli amici. Vorrei scendere da questa giostra, per questo ho scelto un testo uscito molti anni fa, solo …

Scuolina in Ciad

Fermarsi e chiedersi come poter alleviare per un secondo il dolore nel mondo rischia di essere una di quelle frasi fatte e grondanti retorica che disturba anche solo alla lettura. Ma le parole a volte bisogna anche avere il coraggio di usarle per quel che sono: mezzi per far arrivare notizie, per aprire spiragli sul possibile. È per questo che vorrei fare un passo indietro e regalare qui un po’ di visibilità a una recente lettera del mio amico Don Gherardo Gambelli, da ormai quasi sette anni in Ciad, Parroco di N’Djamena. Alla fine, se volete, troverete il suo indirizzo. È molto complicato fargli arrivare qualcosa, causa Dogane complicate che spesso occultano le spedizioni, per usare un eufemismo. Ma che dire? Proviamoci. Cos’è una Bic per noi? Nulla, ma lì può fare la differenza. In uno studio recente realizzato dalla Lund University e pubblicato dalla rivista «Tchad et Culture» sulla vulnerabilità climatica, il Ciad figura fra i paesi più a rischio del mondo. I problemi legati alla sua difficile posizione geografica, stretto fra il Sahara e il Camerun, senza sbocchi al mare, sono divenuti ancora più complessi …

Nessun silenzio passi inosservato

Per la legge del contrappasso, in tempi di foto ovunque condivise, a dare nuovo brio editoriale al cartaceo ecco i libri con foto d’autore, nuova tendenza del momento e non solo per le strenne natalizie. Ne sono usciti davvero tanti ultimamente, ma qui vorrei fare una scelta d’amore. Amore reo confesso per l’artista cui è dedicato il libro: Fabrizio De André. Fabrizio è sempre stato uno che divideva, anche quando uscivano i suoi LP, parola desueta ma questo erano, o lo amavi oppure no. Ho avuto la fortuna di poterlo incontrare al Club Tenco, pensavo mi avrebbe interrogato sulle sue canzoni, ricordo che ero davvero molto emozionata, invece mi mise subito a mio agio e alla fine parlammo di stelle e dell’Acquario, segno zodiacale di entrambi. Con Samuele Bersani che lo  adorava perfino più di me, quella sera durante lo spettacolo lo bevemmo come acqua di sorgente,  il volto sulle mani intrecciate sopra la poltroncina davanti a noi, all’Ariston di Sanremo, in ascolto devoto. Chiusa parentesi personale, il testo che dovreste regalarvi tutti, per sfogliarlo la sera, luce soffusa  sul comodino e risentire le note delle sue …

All’improvviso, ciao Pietro

2000 battute, Pietro, solo 2000, come quando chiamavi all’improvviso, festivi inclusi, per chiedermi un pezzetto, oppure dirmi che quel che avevo fatto non andava bene e che dovevo lavorarci. All’improvviso mi è apparso il tuo faccione grande sui social e ci ho messo un po’ a capire che non c’eri più. Abbiamo tutti famiglie reali, ma la nostra famiglia editoriale rimane fissata per sempre da qualche parte dentro di noi che ci siam cresciuti dentro. Può sembrare retorica, ma chi la frequenta sa che è vero. La nostra famiglia editoriale esiste e Pietro Cheli ne faceva parte per moltissimi di noi. È lì che ti ho incontrato la prima volta, in un luogo che era già una storia a sé, in via Melzo sede de Il Saggiatore e di Diario, cortile interno in fondo. Quando passavo da te era sempre per un consiglio. Conoscevi tutti, taglieggiavi con cura, poi mi giuravi che di me invece non avresti mai detto nulla che non mi sarebbe piaciuto. Suadente, bonario, affettuoso, con gli amici veri un fratello. Non c’è stato nulla che ho fatto, editorialmente parlando, di cui …