Ci sono libri che abbracciano il passato e riconciliano con il futuro. È il caso dell’ultimo testo di Giulia Vola, giornalista e già autrice di Fallisci e sei morto. Vola ripercorre qui la storia di Máxima Acuña Atalaya, detta Ima, contadina analfabeta simbolo della lotta campesina delle Ande. «Anche le montagne – scrive – hanno un cuore. E quello della montagna di Ima è d’oro.» Lei è una donna che combatte, resiste, sogna, ma è soprattutto una donna paziente, abituata a sopportare «il peso della leggerezza». Con una scrittura quasi cinematografica e un ritmo sincopato che mantiene senza sforzo l’attenzione del lettore, il libro pone domande importanti: «Dove si imparano le cose della vita?» e regala improvvise prospettive di speranza in una storia, peraltro non facile da raccontare, in cui «la fine è un nuovo inizio». Bella la scelta di sostantivare gli attributi dei personaggi, farli diventare, da ruoli comuni, simboli. Come in fiaba contemporanea troviamo così la Madre, il Padre, la Nonna, la Figlia, il Padre. Sullo sfondo il Perù e la sua storia millenaria, un respiro narrativo veramente ampio che abbraccia secoli di storia e li restituisce attraverso frammenti, ricordi e continue epifanie. Da ascoltare e guardare il Web Side con il reportage Luz de lucha, di Stefano Strangers che aiuta a visualizzare con grande forza i volti della resistenza degli eredi degli Incas. Cuore d’oro, con titolo perfetto, è anche il primo volume di una nuova collana di Acquario: «Inviati» che promette nuove perle e nuovi possibili approdi editoriali (giornalisti in ascolto: udite udite!).
Published on 15 Aprile 2024