Rapita dalla sua voce
Il dattilo del romanzo di Laura Bonaiuti è rimasto a lungo chiuso dentro una cartellina blu sulla mia scrivania. Me lo aveva portato lei, nella prima sede di Casa dell’autore in via Maggio, con un’invocazione muta e un appello gentile: «Leggilo se puoi, grazie». Mi era stato caldeggiato dal Prof. Fabio Firenzuoli, mio guru, però all’inizio ero scettica. Laura era troppo “bella e brava” per essere anche una scrittrice autentica. Mi sbagliavo. La sera in cui l’ho finalmente letto, non riuscivo a smettere e sono andata a letto tardissimo, rapita dalla sua voce. La scrittura della Bonaiuti, venata da un dolore sotteso, è come un pugno in faccia che lei ha saputo trasformare in narratività. Il suo lavoro è piaciuto anche a una editor milanese che l’ha pubblicato. Laura ha scritto da poco un altro testo e ora staremo a vedere che accadrà. Non so cosa farà da grande, ma spero non smetta mai di scrivere. Laura Bonaiuti, Se nessuno sa dove sei, Piemme 2015